Come riparare un fanale spaccato

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A chi non è capitato di trovare brutte sorprese parcheggiando la macchina in strada? O più semplicemente.. a chi non è capitato di trovarsi il fanale posteriore spaccato? Vi mostro la tecnica che ho usato io per ripararlo, ricostruendo con la vetroresina la parte distrutta. Ritengo utile apprendere questa tecnica, non solo pensando al fanale, ma più in generale per tutte le situazioni in cui dobbiamo costruire o ricostruire parti di plastica.
A fine del lavoro, la riparazione è praticamente invisibile e, grazie anche al colore ambrato della resina epossidica, risulta omogeneo con la plastica circostante.

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Con la resina epossidica si riesce a realizzare praticamente qualsiasi pezzo con varie tecniche: per colata, tramite stampo, con un calco o con la fibra di vetro (o altra fibra) lavorando per costruzione.
La riparazione che illustro in questo articolo consiste nella colata di resina per costruire una superficie liscia.

Attrezzatura necessaria:

  • Resina epossidica con catalizzatore
  • 1 Siringa
  • Bicchiere di plastica
  • Uno spezzone di tubo di gomma diametro 6 mm
  • Nastro adesivo
  • Guanti in lattice usa e getta
  • Un pezzo di PVC poco più grande della parte rotta. Si recupera ritagliando una bottiglia di acqua, sapone liquido o simili.

La resina si trova in colorificio. Il barattolo da 750ml costa 6 euro.
Il tubo in gomma si acquista in un brico, ne servono circa 10 cm. È possibile farne a meno, ma con qualche difficoltà in più.
Come nastro adesivo io ho utilizzato quello alto per pacchi.
I guanti si trovano in cucina…!
Il PVC serve per dare la forma incurvata alla superficie da ricostruire. Io ho utilizzato un blister trasparente, ex confezione di un giocattolo.

Al lavoro!
Per prima cosa si deve smontare il fanale, pulirlo bene dalla polvere e capire come si può smontare per raggiungere dall’interno la parte rotta. Nel mio caso non si riesce a smontare (la mia auto è una Fiat Stilo 1.9 JTD), quindi ho dovuto trovare una soluzione alternativa. Immagino che sia una situazione comune.
Ho individuato un punto in cui praticare un foro per effettuare la colata. Con il Dremel ho praticato il foro e inserito il tubicino.

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Il diametro del foro coincide col diametro esterno del tubo. Il diametro interno del tubo coincide col diametro esterno della parte terminale della siringa, così da potercela infilare senza perdite.

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Ho ritagliato il PVC sagomandolo in modo da coprire la parte rotta e l’ho fissato al fanale con il nastro adesivo. Va prestata molta attenzione per far aderire al meglio il pezzo di PVC. La resina infatti è liquida e tenda ad infilarsi in ogni fessura.

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Adesso la parte più problematica: un gioco di equilibrio per fissare il fanale in modo che la parte da riparare sia rivolta verso il basso.

La resina va preparata mescolando qualche goccia di catalizzatore secondo le dosi indicate sul barattolo. Questa è la fase in cui conviene indossare i guanti. La resina infatti è molto difficile da lavare, una volta indurita e quando non indurita è veramente appiccicosa e fastidiosa.

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Con la siringa si aspira la resina dal bicchierino e la si fa colare tramite il tubicino sulla zona da ricostruire.
Adesso ci vuole pazienza. La resina asciuga in circa mezz’ora, ma per un lavoro impeccabile, suggerisco di lasciare a riposo per una notte. Se lo strato da ricostruire è piuttosto spesso (maggiore di 5 mm), l’asciugatura richiede più tempo.
Io ho anche ricoperto il foro utilizzato per la colata. Non si può fare allo stesso modo, altrimenti la resina liquida ci cadrebbe dentro. Ho utilizzato la resina come colla per coprire il foro con una strisciolina di stoffa. Su questa ho poi fatto cadere alcune gocce di resina.
Passata la notte ho tolto il nastro adesivo e staccato il PVC. Il lavoro è praticamente invisibile. Un po’ di alcool e la colla del nastro adesivo marrone sparisce.

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