PWM

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PWM

PWM sta per Pulse Width Modulation ed è una tecnica per controllare la potenza su un dispositivo analogico tramite una serie di impulsi digitali.
Lunghezza e frequenza dell’impulso determinano la potenza totale trasferita all’utilizzatore.
Segnali PWM sono comunemente utilizzati per controllare la velocità di motori in continua o l’intensità di lampade ad incandescenza, ma possono essere utilizzati anche per variare l’intensità di una lampada a LED.
Il vantaggio di questa modalità di controllo è quello di fornire all’utilizzatore sempre la tensione di lavoro, non avendo di fatto un carico resistivo su cui disperdere la potenza.
Il treno di impulsi digitali che compongono il segnale PWM è basato su frequenza fissa e vede variare la larghezza, di fatto variando la percentuale di “accensione” del circuito finale.
Il rapporto tra ampiezza del segnale e periodo è chiamato duty cycle del segnale. Per esempio prendendo un segnale con un periodo di 10ms in cui il segnale ha ampiezza di 2ms, si parla di duty cycle del 20%.

Come si realizza il circuito di controllo.
Di fatto servono due sole componenti: il generatore di segnale e l’amplificatore di potenza.
Il generatore di segnale è un normale oscillatore digitale e la realizzazione più semplice vede l’impiego di microcontrollori programmati direttamente (si tratta di un loop in cui l’uscita cambia di stato 1/0).
Molti controllori disponibili hanno uscite già dedicate al PWM, controllabili tramite l’uso di registri della CPU.

L’amplificatore (è sufficiente un transistor di potenza o un darlington) serve per amplificare il segnale. L’uscita digitale di un controllore non eroga corrente a sufficienza per pilotare un motore.

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