Sfruttare l’energia solare di notte

  • by

Il limite dell’energia solare è ovviamente quello che… il sole splende solo di giorno.

Sono stati fatti molti studi e tentativi per immagazzinare l’energia e sfruttarla in momenti in cui non splende il sole, scontrandocisi con problemi di efficienza.

Non tutti sanno però che una soluzione è stata trovata e dal 2009 ci sono centrali che sono già operative in tal senso.

Nel 2010 Enel ha inaugurato la prima centrale in Italia.

Vediamo allora come funziona.
Si tratta di immagazzinare l’energia solare sotto forma di calore tramite l’utilizzo di sale.

Siccome i sali fondono a temperature molto alte (il sale da cucina fonde a circa 800 gradi) e non evaporano, possono essere utilizzati per immagazzinare l’energia solare sotto forma di calore.

Il meccanismo è stremamente semplice: scaldare il sale finchè c’è il sole e utilizzarlo tramite uno scambiatore di calore per produrre vapore. Il vapore caldo poò così essere utilizzato per movimentare turbine senza troppa dispersione dell’energia originariamente assorbita.

Il sale, una mistura di sodio e nitrato di potassio, utilizzato anche come fertilizzante, permette di produrre elettricità con efficienza tale che un impianto riesce a produrla per più di 8 ore in assenza di sole a capacità piena.

Questa tecnica permette di raddoppiare le ore di produzione di un normale impianto e soprattutto di pianificare la produzione.

Questo rappresenta un importante passo in avanti nella tecnologia solare in quanto è da anni che si sperimentano tecniche di stoccaggio. Le batterie sono poco efficienti e troppo costose. Aria compressa o pompaggio di acqua (energia potenziale) sono metodi promettenti ma le reali opportintà di sfruttarle sono limitate.

La fusione del sale a 224 gradi Centigradi offre d’altra parte un’efficienza del 93% contro il circa 20 dell’aria compressa e energia potenziale.

L’unico vero problema su cui lavorare per migliorare questa tecnologia è legata ai costi: al momento si parla di 13 centesimi di dollaro per kilowattora, cioè circa il doppio di quello che si ottinene con una centrale a carbone.

Viene bilanciato però dai benefici complessivi, per cui si riesce a far fronte alla maggior richiesta di energia che avviene dopo il tramonto.

Un aumento di efficienza che porta ad eguagliare gli impianti a quelli tradizionali si ottiene con l’uso di specchi parabolici (gli stessi utilizzati da Archimede per incendiare le navi romane durante la guerra punica del 212 a.C.

L’impianto siciliano di Enel sfrutta prorpio questo principio. Il sale fuso riesce a raggiungere una temperatura di 400 gradi.

Leave a Reply