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La scelta d’introdurre un’app da parte di Facebook ha certamente spiazzato molti addetti ai lavori che ricordano le aspre critiche ricevute dall’azienda fondata da Zuckerberg a seguito del lancio di una serie di giochi che di fatto permettevano ai minori di giocare d’azzardo, seppur con denaro virtuale. La legge tuttavia non permette al social network di pubblicizzare il gioco d’azzardo fino a quando l’utente non abbia raggiunto la maggiore età. Paddy Power ci ha tenuto a precisare che l’accesso all’applicazione sarà soggetto a controlli rigidi, affinché il gioco venga mostrato solo agli utenti maggiorenni. Questo il commento di Peter O’Donovan, Direttore Generale dell’Online della casa irlandese: “Il fatto che Facebook abbia investito Paddy Power dell’onore particolare di lanciare il primo prodotto di questo tipo sulla piattaforma social per eccellenza rappresenta un’ulteriore testimonianza del prestigio della nostra azienda nel mondo dell’e-commerce e dell’avanzamento tecnologico in genere. Siamo estasiati all’idea d’intraprendere questo progetto pionieristico insieme al gigante di Cambridge (Massachussetts, ndr)”.
Un portavoce di Facebook ha dichiarato che: “Le scommesse online rappresentano un passatempo popolare e ben regolato anche nel Regno Unito. Facebook mette grande cura nella scelta dei propri partner proprio per far sì che i loro prodotti vengano usati in maniera responsabile ed esclusivamente da maggiorenni. Questi prodotti non verranno ne’ pubblicizzati, ne’ resi disponibili in alcun modo agli utenti di Facebook che non abbiano ancora compiuto 18 anni”.
Gli scommettitori italiani dovranno attendere ancora un po’ per poter usufruire anche loro di questa iniziativa targata Paddy Power – Facebook. Nel frattempo, però, l’agenzia irlandese ha lanciato un’iniziativa molto interessante per tutti i clienti del Bel Paese. Lo scorso giugno, infatti, è nata la Power Schedina, come una “cara vecchia schedina” ma da giocare esclusivamente online su Facebook. Tutto completamente gratis ed ogni settimana, per i primi tre classificati ci sono in palio splendidi premi. Il primo classificato si porterà a casa un tablet Google Nexus 7, il secondo una Nintendo Wii U Basic Pack, mentre il terzo si dovrà accontentare, si fa per dire, di un altoparlante wireless supercompatto come il Jawbone! Jambox. L’iniziativa è partita qualche settimana fa e sin da subito è stato registrato un grande successo. Il futuro è dietro l’angolo, gli amanti delle scommesse potranno contare su innovazioni niente male.
Si parte allora alla ricerca di tool o programmi che permettano di sproteggere il file, con il rischio di installare qualcosa che contiene virus, trojan o alrtro di pericoloso.
Avendo avuto l’esigenza di stampare un file protetto trovato in rete, ho trovato uno strumento molto comodo che ha rimosso la protezione online, semplicemente effettuando un upload del file.
Sulo stesso sito si trova il corrispondente che rimuove la password da file excel (non provato).
Questo è il link al sito dove sono disponibili questi tools gratuiti.
]]>La crittografia è la tacnica grazie alla quale vengono cifrate (nascoste) delle informazioni in modo che queste possano essere leggibili solo da chi conosce il modo per decifrarle.
Per cifrare le informazioni sono solitamente necessarie due cose: il metodo di cifratura e la chiave.
Immaginiamo per esempio di voler nascondere il messaggio “Pacco consegnato in orario” utilizzando al posto di ogni lettera quella che la segue nell’ordine alfabetico.
La frase diventerebbe “Qbddp dpotfhobup lo psbslp”. Per decifrarla dobbiamo conoscere:
l’algoritmo (il metodo) che in questo caso è la traslazione rispetto all’ordine alfabetico
la chiave che in questo caso è “uno in avanti”, cioè il metodo è stato applicando spostando di una lettera.
Il problema principale è che algoritmo e chiave devono essere condivisi tra mittente e destinatario col richio che possono essere facilmente intercettati.
Questo problema viene risolto da algoritmi che prevedono due diverse chiavi: una per cifrare e una per decifrare le informazioni. Con questo metodo parliamo di coppia di chiavi e per far comunicare due persone abbiamo bisogno di due coppie di chiavi.
In questo modo le sole chiavi che devono essere comunicate sono quelle necessarie per cifrare il messaggio.
Se una persona si dota di una coppia di chiavi e tiene per sè per decifrare (che chiameremo chiave privata) e rende pubblica l’altra, quella per codificare le informazioni (chiave che chiameremo quindi pubblica), si mette un grado di ricevere messaggi cifrati da tutti senza rischiare che questi vengano intercettati.
Va inoltre condiviso l’algoritmo e questo deve essere forte abbastanza da non permettere che il messaggio cifrato venga violato.
Matematici e crittografi hanno studiato alcuni algoritmi (che per il fatto di avere chiavi diverse vengono classificati come asimmetrici) tanto robusti da essere considerati inviolabili. Il PGP è uno dei più diffusi utilizzati soprattutto sul WEB.
Lo scopo di questo post non è quello di fare un’analisi matematica del funzionamento di questi, ma spiegare il meccanismo base appena descritto.
Quanto deve essere robusto un sistema di crittografia?
In generale le informazioni non devono rimanere nascoste per sempre. Esiste un limite oltre il quale possono diventare meno critiche o addirittura di pubblico dominio. L’algoritmo deve garantire che il messaggio non venga violato in questo periodo di tempo.
Se vogliamo fare un bilancio, consideriamo che l’informazione ha un valore e decifrarla ha un costo.
]]>La risposta corretta è che tutto dipende. Dipende dall’obiettivo, dipende dalle competenze e dall’esperienza di chi lo deve utilizzare e dipende da quante conoscenze tecniche si hanno.
In questo articolo vengono presentati i 3 CMS con una breve recensione e una piccola lista con pro e contro che possiamo evidenziare.
WordPress si è evoluto ottenendo il titolo di CMS solo di recente in confronto agli altri due. Drupal e Joomla si contendono il primo posto nel mondo del CMS open source da molti anni. Sebbene WordPress sia sottovalutato come CMS, è il sovrano indiscusso se parliamo di sistema per la gestione di un blog.
In ogni caso, con pro e contro di ciscuno, tutti e tre sono utilizzabili per realizzare qualsiasi tipo di sito con ottimi risultati.
WordPress: non solo blog
WordPress è l’ideale se vogliamo creare un sito in pochi minuti. Utilizzato e considerato sinonimo di blog, si presta ad essere configurato per fare altro. Si può utilizzare per realizzare siti aziendali, siti personali, sistemi di e-commerce o altro.
WordPress è tra tutti il sistema più semplice, immediato ed intuitivo. Non richiede che si studi la struttura interna ma si è subito produttivi dal momento in cui lo installiamo.
Ancora adesso WP viene sviluppato con l’impostazione di blog manager, quindi implementa nativamente funzionalità come commenti, ping verso altri siti, profili multiblog, trackback e altro ancora.
D’altra parte se vogliamo utilizzare WP per altro che non sia un blog, la configurazione porta via del tempo perdendo di efficienza rispetto agli altri due.
I pro:
Contro:
Drupal Il CMS per i programmatori.
L’interfaccia non si presente tra le più confortevoli: l’editor richiede (plugin a parte) di inserire codici HTML a mano e non offre strumenti di formattazione.
Tra tutti è il CMS maggiormente orientato ad essere un framework di sviluppo prima che uno strumento. Questo non significa che lo riescono ad utilizzare solo programmatori, ma che richiede molto sforzo per chi non lo è.
Purtroppo anche la configurazione richiede un’impostazione mentale da programmatore.
Altro problema di drupal è la scarsa disponibilità di temi che permettono di ottenere un buon look and feel. Probabilmente viene privilegiato il funzionamento all’estetica…
Pro:
Contro:
Joomla la via di mezzo
Mentre WordPress è più vicino agli utenti e Drupal agli svilupatori, Joomla si pone come via di mezzo ed è quindi molto indicato per i designers.
I designer scelgono Joomla per la potenzialità dello strumento, i bellissimi template a disposizione. Molto semplice da utilizzare e personalizzare e con una enorme disponibilità di plugin e add-ons è la scelta di elezione per la maggior parte delle esigenze.
La sua struttura risulta piùttosto complessa e non si presta per essere utilizzato da un neofita.
Pro:
Contro:
Nella versione precedente questo widget permetteva di inserire un summary dei post presentando la prima parte del testo, con una grafica molto simile a quella disponibile per adsense, così da rendere omogeneo un sito che contenesse entrambi.
Ho aggiunto in questa versione la possibilità di far comparire un’immagine, un thumbnail a fianco del testo.
Le configurazioni sono in aggiunta a quelle disponibili in precedenza e permettono di scegliere se inserire l’immagine e, in caso positivo, dimensione e allineamento.
Consiglio di far riferimento all’articolo relativo alla prima versione per le informazioni di installazione.
Ovviamente anche questa versione è gratuita e si può scaricare da qui
]]>Frequente la raccolta di news o previsioni metereologiche, ma anche articoli presenti su altri blog.
Per fare questo è sufficiente che la nostra fonte metta a disposizione le informazioni tramite feed RSS e utilizzare questo canale per leggerle e pubblicarle sul nostro sito. Un buon plugin che permette questo che si chiama “syndication” è FeedWordPress, semplice da utilizzare e abbastanza flessibile da essere adattabile a molte esigenze.
Quello di cui voglio parlare in questo articolo è un metodo diverso, un passo in più: estrarre parti di pagine web e utilizzarli come contenuti del nostro sito.
Una premessa: sono necessarie competenze di programmazione in PHP e buona dimestichezza con la regular expression, il metodo utilizzato per effettuare il parsine delle pagine.
Già da questa affermazione si comprende il meccanismo che sta alla base: una volta individuata la pagina che vogliamo prendere, dobbiamo analizzarne il sorgente HTML. Per questo ci aiuta il browser.
Se stiamo pensando ad una lettura continuativa e automatizzata della pagina, dobbiamo assicurarci che la struttura non venga modificata, altrimenti siamo costretti a cambiare i pattern utilizzati.
Vediamo alcuni esempi per chiarire meglio il concetto:
Vediamo allora come utilizzare il PHP per effettuare queste operazioni
$url = "https://www.lottomaticaitalia.it/lotto/home/";
$input = @file_get_contents($url) or die('Could not access file: $url');
$regexp = "]*href=(\"??)([^\" >]*?)\\1[^>]*>(.*)<\/a>";
$regexp = "
]*>.*
(.*)<\/div>.*
(.*)<\/div>";
if(preg_match_all("/$regexp/siU", $input, $matches, PREG_SET_ORDER)) {
foreach($matches as $match) {
# $match[2] = link address
# $match[3] = link text
$tbl = preg_replace ('(class=\".*\")','' , $match[2]);
echo $match[1];
echo $tbl;
}
}
Vediamo nel dettaglio la sequenza dei passi:
Come pubblicare il testo.
Possiamo agire in due modi alternativi: salvare il testo in un post oppure utilizzarlo in tempo reale: la lettura viene effettuata contestualmente all’utente che apre la nostra pagina
Nel primo caso dobbiamo interagire con il cron di wordpress e ci viene in aiuto il plugin WP-crontrol. Si tratta di un plugin che offre un’interfaccia per controllare il cron
Continuando con l’esempio di prima, dovremmo schedulare un codice simile a questo:
$last_upd = get_option('lotto_lastdate');
if ($last_upd != $match[1]) {
update_option('lotto_lastdate', $match[1]);
$testo = "I numeri dell'estrazione del lotto:\n";
$testo = $testo.$tbl."\nEcco i 20 numeri vincenti del 10 e lotto\n".$match[3];
$my_post = array();
$my_post['post_title'] = 'Estrazioni del lotto di '.$match[1];
$my_post['post_content'] = $testo;
$my_post['post_status'] = 'publish';
$my_post['post_author'] = 1;
$my_post['post_category'] = array(9);
wp_insert_post( $my_post );
}
e il nostro post è scritto!
Se preferiamo un’interpretazione in tempo reale, dobbiamo utilizzare il plugin Exec-PHP che permette di inserire ed eseguire codice PHP nei post o nelle pagine
In questo caso non abbiamo altro da fare che abilitare il plugin e copiare il codice del primo esempio che ho riportato all’interno di un post
Questo non vuole essere un incentivo alla creazione di siti altamente poco originali, ma solo un aiuto per coloro che necessitano inserire alcune informazioni all’interno del proprio sito.
]]>Per superare questo problema esistono molti siti freeware che offrono un servizio di sharing o spazio disco condivisibile.
Tra tutti ce ne è uno estremamente semplice ed intuitivo che per dimensioni del file inferiori ai 10 MB non richiede nessun tipo di registrazione
Velocissimo da utilizzare: si effettua l’upload e si copia il link che compare. Il link è generato a caso per evitare strani problemi con curiosi che “sfogliano” i link e il file viene automaticamente cancellato dopo un giorno.
Qualche opzione in più con la registrazione: dimensioni più estese (50 MB), più giorni di permanenza e il link viene inviato sulla mail per evitarci il copia incolla.
Il link ottenuto possiamo quindi inviarlo via mail a chi vogliamo che si scarichi il file.
Alcuni problemi/limitazioni:
Direi che comunque il bilancio è positivo.
]]>Questa logica ha il grande vantaggio di offrire praticamente tutte le funzionalità che servono solo cercando il plugin adatto. Il rovescio della medaglia sta nella mancanza di un disegno comune relativo allo sviluppo dei plugin, per cui ogni modulo è pensato per essere chiuso: chi lo sviluppa è orientato allo sviluppo di qual modulo, pensando elle proprie installazioni e quindi alle sue specifiche esigenze.
Un caso da portare ad esempio è costituito dai due plugin Contact form 7 di Takayuki Miyoshi e Math comment spam protection di Michael Woehrer.
Il primo serve per realizzare moduli di contatto nel sito, a disposizione dell’utente che può inviare una mail all’amministratore del sito tramite una pagina web.
Il secondo offre un campo finalizzato alla protezione da spam nel modulo dei commenti.
Entrambi sono due validissimi plugin, comodi e ben funzionanti. Peccato che la protezione da spam è utile anche in contact form differenti da quella utilizzata per postare i commenti. Se abbiamo scelto di utilizzare il Math comment spam protection, probabilmente abbiamo escluso per un qualsiasi motivo Akismet o i captcha, entrambi supportati da Contact form.
La faccio breve: io li utilizzo entrambi e ho sviluppato un modulo per poter utilzzare la protezione antispam dal contact form7. Il modulo è scaricabile gratuitamente
Antispam module for contact form 7 (327 downloads)Per installarlo è sufficiente copiare il file nella directory modules presente in contact form 7 e avere entrambi i plugin installati ed attivi
Grazie alla modularità con cui è scritto il Contact form, in maniera del tutto analoga agli altri campi, il menu a tendina ci offrirà un altro tipo di input che si chiama “antispam” e corrisponde al Math spam protection.
Il messaggio di errore che viene visualizzato si configura prendendo quello già disponibile per i captcha (chi usa questo plugin non usa i captcha nella form).
()
Il risultato è quello di avere una form di contatto con un campo che ci invita a svolgere una semplice somma aritmetica per escludere di essere spammer o un robot.
Il messaggio visualizzato è personalizzabile ed utilizza i placeholder %op1 e %op2 per la visualizzazione dei due operandi.
English version
Worpress is a good open source CMS and offer many add-ins, thanks to users who develop plugins for OOS community.
The only problem in this logic is that every developer develop for his/her needs and they don’t have a common design. So there are cases in wich two logical connected plugins doesn’t work together.
This is the case of Contact form 7 by Takayuki Miyoshi and Math comment spam protection by Michael Woehrer.
The file you can download here is a module that let contact form to have an antispam field.
Antispam module for contact form 7 (327 downloads)To install this module you just have to add the file in the “module” folder of Contact form plugin. You’ll have a new field type. The only useful poperty you have to set is Message.
]]>Si utilizza per esempio per effettuare trasferimenti di files, invio mail, controlli periodici secondo una logica automatica, per cui viene di fatto programmata l’esecuzione di una serie di attività tramite un’interfaccia intuitiva e non un linguaggio di programmazione.
Lo schedulatore di cui voglio parlare è il Radish scheduler, un software gratuito dalle prestazioni professionali. In realtà la licenza è shareware, nel senso che è gratis con una limitazione in termini di operazioni schedulabili. Il costo della licenza completa è comunque ridicolo: si parla di 35 euro.
Le operazioni che possono essere schedulate dal Radish scheduler sono veramente molte:
Non male, direi…
Tutte queste operazioni vengono poi combinate tra loro in quelli che la logica del programma chiama Job, cioè una concatenzazione di singole operazioni, condizionate dall’esito di quelle precedenti.
Un Job può per esempio prevedere il trasferimento di un file, verificare l’esito e inviare una mail con il file allegato o la segnalazione di errore. Possono con la stessa logica pensate operazioni molto più articolate.
I Job vengono poi “schedulati”, cioè programmati per essere eseguiti a determinati orari tramite un’interfaccia che prevede una pianificazione completa.
Le logiche con cui all’interno del Job i songoli Task sono legati tra di loro sono
Dipendenza
Ogni task permette di essere esguito a seguito della verifica di una condizione. Possono essere verificati il valore di una variabile o il codice di uscita di un altro task.
Nell’esempio di prima, l’invio della mail che segnala l’errore è un task che viene eseguito se il precedente task di trasferimento ha un codice di errore diverso da 0
Codice di uscita di un task
I task hanno la caratteristica di restituire il valore 0 in caso di non errore o un valore diverso in caso di anomalia.
Il manuale riporta tutti i casi per consentiurne un corretto utilizzo.
Variabili
Si possono definire delle variabili, cioè dei nomi a cui associare un valore. L’utilizzo delle variabili permette il passaggio di informazioni tra una task e l’altro. Esistono alcune variabili predefinite (data, ora, …) e se ne possono creare di nuove all’interno di ogni singolo Job.
Per esempio si può valorizzare una variabile con dati provenienti da un database e utilizzarli per comporre il testo di una mail che viene inviata di notte.
Conclusioni
All’inizio ho avuto alcune difficoltà più che altro per comprendere la logica, ma con un po’ di tentativi sono riuscito a controllarlo senza problemi.
Ormai è più di un anno che lo utilizzo su alcuni server per eseguire operazioni di controllo e di integrazione tra applicazioni e devo dire che è uno strumento davvero utile.
Pagando la licenza si ha diritto anche ad un supporto, ma la disponibilità è sempre stata totale anche senza pagarla, quindi il giudizio finale è assolutamente positivo
]]>
Come è fatto un sito internet
Cosa si nasconde dietro al termine “Sito Internet”? Che cosa sono le pagine che vengono visualizzate?
Partiamo da ciò che vediamo: le pagine. Queste sono composte da contenuti (testi, immagini e media in genere) e da un’impostazione grafica. Lo stile del sito va oltre il contenuto: è il layout, la struttura che vogliamo dare.
Tutto questo va poi messo da qualche parte per essere disponibile ed accessibile da Internet. Di fatto un server ed una linea raggiungibile dall’esterno.
Non è sufficiente infatti scrivere delle pagine: va previsto anche un servizio che ci garantisce la loro pubblicazione in rete. Questo può avvenire tramite una linea che arriva in casa, o prendendo in affitto un server da qualcuno che ha già questa linea (hosting), oppure comprando un server e facendolo ospitare da chi ha la connessione con Internet (housing).
Già da qui è chiaro che intorno ad un sito internet girano due tipologie di costi: la messa in opera e un servizio continuo per mantenerlo attivo.
Vediamo più in dettaglio tutti gli elementi.
Componenti del costo:
Parliamo adesso dei contenuti
Le pagine. Queste possono essere realmente delle pagine singole (di solito si va in questa direzione per siti davvero piccoli e con contenuti che non cambiano nel tempo). In questo caso possiamo pagare da 100 a 500 euro per pagina.
Le pagine possono essere altresì generate a partire da un’applicazione che ci permette di creare, modificare e gestire i contenuti (CMS). In questo caso il costo è dato dall’applicazione che utilizziamo. Esistono applicazioni OpenSource (come per esempio Joomla o WordPress) e in questo caso dobbiamo prevedere di spendere (o dedicare del tempo) per la configurazione, personalizzazione e impostazione iniziale. Qualche centinaia di euro sono una cifra appropriata. Se abbiamo esigenze particolari e vogliamo farcela sviluppare, dobbiamo mettere a budget da 15.000 a 50.000 euro. Contribuiscono al costo:
Oltre ai contenuti in senso stretto, dobbiamo pensare che la veste grafica il layout, le immagini, l’ergonomia e, in generale, l’impostazione del sito richiedono parecchio tempo e vanno pensati molto bene per evitare di mettere insieme qualcosa di poco fruibile, poco appariscente e quindi poco efficace. Per questo dobbiamo pensare di rivolgerci ad un WEB designer e spendere dai 500 euro in su.
Non dobbiamo dimenticarci poi del lavoro che deve essere fatto per la prima installazione. Questo dipende dalle dimensioni e dalla complessità dell’applicazione. Se ci facciamo sviluppare qualcosa ad hoc, solitamente è un costo già incluso nello sviluppo (ma non è detto), altrimenti dobbiamo prevederlo. Se acquistiamo un servizio di hosting, nel canone non è solitamente compreso nessun servizio per mettere in piedi il sito. Dobbiamo prevedere una spesa di circe 500 euro.
Messo in piedi il sito, sempre in base alla complessità, dobbiamo pensare che potranno esserci dei problemi. Nessuno degli attori coinvolti fino adesso è tenuto a gestirli. Dobbiamo quindi prevedere un servizio di supporto o manutenzione del sito. Una buona approssimazione di spesa può essere un canone annuo che si aggira intorno al 20% di quello speso per realizzare il sito.
Infine, ma probabilmente il più importante: i contenuti vanno gestiti. Non possiamo pensare di mettere in piedi un sito e dimenticarlo, sperando che viva di vita propria. Molto frequente il caso in cui si vogliono gestire direttamente i contenuti, ma non sempre rappresenta la scelta migliore: se il nostro scopo è fare marketing, dobbiamo rivolgerci ad un esperto di comunicazioni.
Come e cosa scegliere
Innanzi tutto va chiarito lo scopo che vogliamo raggiungere con il sito: essere presenti, essere trovati, vendere online, mantenere contatto con clienti, fornitori, collaboratori, aumentare il business, …
Se non abbiamo chiaro questo, non partiamo a caso: non arriviamo da nessuna parte.
Dopo aver capito lo scopo, capiamo quale livello di servizio è il più indicato. Se il sito starà giù un paio di giorni ci può recare danni?
Passiamo quindi a pensare a quali risorse e competenze siamo in grado di dedicare per la partenza e per seguire poi la vita del nostro sito.
Passiamo ora al budget: abbiamo a disposizione i soldi necessari? Se non li abbiamo (o non vogliamo spenderli) possiamo accettare compromessi, sapendo che tagliando le spese tagliamo le funzionalità?
In pratica come fare
Uno volta chirite tutte queste variabili, se non è sufficiente questa guida (o altri suggerimenti trovati in rete), dobbiamo rivolgerci ad un consulente che si occuperà di coinvolgere opportunamente
Suggerimento: a meno che non si tratti di una società che offre siti Internet come “pacchetto completo”, diffidiamo di esperti poliedrici: perché un programmatore dovrebbe essere esperto anche di Marketing?
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Proviamo a fare alcuni esempi
Se siete arrivati qui, probabilmente la domanda iniziale era qualcosa del tipo “quanto mi costerà il sito?”. Spiegati tutti gli aspetti, … ma quindi? Quanto costa il mio sito? Proviamo a fare alcuni esempi, partendo da casi verosimili:
Si tratta solo di esempi indicativi. Non mi sto facendo pubblicità, in quanto non faccio più questo mestiere, avendolo però fatto per molti anni, ho una buona confidenza su quanto indicato.
Marketing
Fare marketing relativamente al sito è molto importante e questo non significa solo pubblicizzarlo. WEB marketing significa impostare il sito in modo che “faccia bene ciò che deve”.
I testi devono essere scritti adeguatamente, le immagini devono avere un buon effetteo e quindi essere scelte o scattate opportunamente, l’ergonomia deve corrispondere al comportamento che vogliamo abbiano i nostri visitatori, …
Chiarita l’idea? … Non facciamo WEB marketing comprando il pacchetto “ottimizzazione per motori di ricerca” o inserendo le parole chiave che ci piacciono di più.
Il problema dell’amico “esperto di computer”
Se abbiamo uno zio che fa il contadino e ogni tanto ci regala della frutta, non ci aspettiamo di trovare mele gratis al supermercato. Se nostro cugino vende auto, non pretendiamo che ce ne regali una. Perché invece quando ci sono di mezzo i computer ci comportiamo diversamente?
Di solito non andiamo dal carrozziere per far controllare l’olio, né dal meccanico per fare il pieno. Perché invece se si parla di informatica la pensiamo diversamente?
Cosa voglio dire con queste provocazioni? Mi riferisco ad una situazione che si verifica molto spesso e che porta necessariamente ad avere problemi: tutti hanno un parente o un amico “bravo coi computer”, che magari si è fatto il sito da solo.
Se ogni tanto gli chiediamo di darci una mano (cioè gli chiediamo di lavorare gratis per noi) cerchiamo di tenere presenti alcune di considerazioni:
Di fatto rivolgerci ad un amico che ci fa un favore significa avere una distorsione del mercato, cioè non dobbiamo perlomeno usare il caso come riferimento per qualche confronto.
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